I DISTURBI DEL SONNO NEI BAMBINI. I FATTORI TEMPERAMENTALI

disturbi del sonno nei bambini

 

Questo è il terzo articolo dedicato ai fattori responsabili dei disturbi del sonno nei bambini. Nel primo ho analizzato i fattori di natura fisiologica, nel secondo i fattori di natura comportamentale ed in questo prenderò in considerazione i fattori legati al temperamento individuale.

Ebbene sì, anche il temperamento gioca il suo ruolo nel condizionare il sonno del nostro piccolo. All’interno di questo articolo cercherò di rispondere alle seguenti domande: che cos’è il temperamento? Quale importanza riveste rispetto al sonno dei bambini? Quali accorgimenti è possibile seguire per contenere più alti livelli di sensibilità e di attivazione?

Cos’è il temperamento

Goleman, un famosissimo psicologo autore del libro “intelligenza emotiva”, ha definito il temperamento come “un rumore di fondo tipico del nostro carattere”. Il temperamento è un tratto innato, un elemento che caratterizza la nostra vita emotiva. Noi genitori sappiamo bene che fin dalla nascita il nostro piccolo può essere calmo e placido, oppure irritabile e difficile. La domanda a questo punto è: la configurazione emotiva che dipende dalla biologia è un tratto irreversibile oppure può essere modificata dall’esperienza? Per rispondere a questa domanda possiamo far riferimento alle ricerche condotte da Kagan, uno studioso di psicologia infantile della Harvard University. La conclusione a cui soni giunti i suoi studi è fortunatamente incoraggiante! Il temperamento non è destino, ossia con le esperienze adatte è possibile calmare, per esempio, un’amigdala ipereccitabile. Quello che sembra veramente importante sono perciò le risposte emotive che i bambini apprendono durante la crescita.

Temperamento e disturbi del sonno nei bambini

Alcuni aspetti legati al temperamento come il livello di attivazione generale, l’irritabilità, la regolazione emotiva, la ritmicità, la capacità di calmarsi da solo, sono risultati correlati a differenze individuali nel sonno dei bambini e perciò al loro modo di dormire.

Un bambino può essere più sensibile di un altro, più eccitabile, più facilmente irritabile, aspetti e differenze che caratterizzano anche noi adulti. E così come tra gli adulti ci sono quelli che dormono profondamente, quelli che si svegliano ad ogni minimo rumore, quelli che amano fare tardi e quelli che preferiscono svegliarsi presto, anche tra i bambini esiste una significativa variabilità individuale. Un bambino più sensibile sussulta più facilmente di fronte agli stimoli esterni, dorme meno profondamente e tende a distrarsi maggiormente. Un bambino più irritabile passa facilmente dallo stato di allerta o di sonno al pianto, a volte inconsolabile.

Nonostante i risultati delle ricerche dimostrino un’associazione tra il tipo di temperamento e il sonno, gli studi hanno concluso che il temperamento del bambino non può essere considerata l’unica variabile responsabile delle difficoltà della regolazione e dell’organizzazione temporale del sonno. Le variazioni individuali nel temperamento del bambino costituiscono uno dei fattori che influenzano le percezioni, gli atteggiamenti, i sentimenti di risposta dei genitori, per esempio. Ciò significa che le risposte dei genitori al temperamento messo in campo dai figli costituiscono parte di un processo e di un circolo a volte “vizioso”.

Può accadere che il genitore di un bambino particolarmente sensibile possa sentirsi in colpa e molto preoccupato per non riuscire a capire perché il proprio bambino è così sensibile. Di solito non si ha una risposta a questa domanda, ma si sa che col tempo i bambini ipersensibili posso imparare a cavarsela sempre meglio a patto che l’ambiente sia protettivo e supportivo.

Cosa possiamo fare per aiutare il nostro piccolo a gestire alti livelli di sensibilità e di eccitabilità?

  1. mantenere uno stretto contatto fisico con il bambino, specie nei primi mesi di vita. I neonati amano i limiti fisici e hanno bisogno di percepirli. A riguardo può essere utile: limitare lo spazio all’interno della culla o del lettino usando cuscini per l’allattamento o coperte arrotolate in modo che possa sentire con il corpo il limite dello spazio in cui si trova, proprio come quando stava nel grembo materno; usare le fasce portabebè che consentono di tenere il piccolo a contatto con il proprio corpo
  2. cullare il piccolo nei primi mesi di vita ha un effetto tranquillizzante
  3. favorire la suzione specie attraverso l’allattamento al seno, in quanto il latte materno contiene sostanze che possiedono un effetto calmante e la suzione di per sé tende a rilassare il piccolo
  4. limitare l’utilizzo di giochi come giostrine mobili, peluche specie quando i bambini sono molto piccoli, in quanto potrebbero facilmente sentirsi sovraccaricati di stimoli
  5. lasciare che il bambino compia le sue attività come guardarsi intorno, giocare, dormire, esplorare evitando di disturbarlo, facendolo rischiamo di ostacolare la sua capacità di concentrazione e di autoregolazione
  6. non iniziare o terminare un contatto con il piccolo in maniera improvvisa, ma cerchiamo di crare dei passaggi graduali
  7. comunicare al bambino le proprie intenzioni per esempio annunciando il proprio arrivo o l’intenzione di allontanarsi, comunicando il momento in cui vi apprestate a sollevarlo dal lettino o desiderate riadagiarlo
  8. ridurre le stimolazioni, il che significa rendere l’ambiente circostante un luogo tranquillo e non sovraffollato di giocattoli e/o oggetti
  9. incoraggiare il bambino a compiere una cosa per volta, se si mangia, per esempio, è opportuno fare solo quello evitando distrazioni e giochi, se si gioca aspettiamo che sia il bambino a chiedere di cambiare gioco evitando un sovraccarico di proposte
  10. contenerlo fisicamente se il pianto appare inconsolabile, prendendolo in braccio lentamente e delicatamente, tenendolo stretto finchè non appare rilassato, cantandogli lentamente qualcosa e guardandolo dritto in faccia
  11. compiere le varie attività come allattarlo, cambiargli il pannolino, giocare, cullarlo, metterlo a letto in un ambiente tranquillo, protetto e privo di distrazioni
  12. maneggiare il bambino con calma e attenzione
  13. stabilire in modo chiaro le fasi di sonno, soprattutto quelle diurne
  14. dimostrarsi tranquilli e pacati anche quando il bambino appare irritato e “nervoso”

I suggerimenti proposti rappresentano una linea guida per contenere irritabilità e nervosismi e sono alla base di una crescita serena…perciò mi sento di consigliare a tutti i genitori di prenderne nota qualunque sia il temperamento del proprio piccolo!