PIPI’ A LETTO (ENURESI NOTTURNA). COSA FARE?

pipì a letto

 

La pipì a letto è una questione che preoccupa molto i genitori dei bambini che superata una certa età (in genere cinque anni) non riescono ancora a controllare la minzione notturna.

Un neonato nasce senza alcuna capacità di trattenere la pipì. Urinare è un riflesso automatico, per cui quando la vescica è piena si svuota automaticamente. La capacità di “trattenersi” è uno dei tanti traguardi della crescita che varia a seconda del bambino, per quanto esiste approssimativamente un’età in cui ci si aspetta che il piccolo sia pronto per un’educazione al vasino o al gabinetto. Alcuni bambini imparano a controllare la pipì durante il giorno e quasi subito anche durante la notte, altri apprendono questa competenza prima di giorno e solo in un secondo momento l’apprendimento si trasferisce alle ore notturne. “Non esiste un’età in cui i bambini smettono di bagnarsi a letto, ma c’è un decremento graduale dei bambini che lo fanno: così si va dalla totalità dei bambini alla nascita, sino all’1-2 per cento all’età di 15 anni” (Herbert, 2001). L’età minima in cui possiamo dire di trovarci di fronte ad un problema di “pipì a letto” è 5 anni.

Cos’è l’enuresi notturna?

L’enuresi notturna è l’emissione involontaria di urine durante il sonno notturno in assenza di altre cause, quali effetti fisiologici di una sostanza (per esempio un farmaco, un diuretico) o di un’altra condizione medica specifica (per esempio diabete, spina bifida) in bambini di almeno 5 anni di età.

Quali sono le cause dell’enuresi notturna?

Non è semplice rintracciare il motivo del perché alcuni bambini facciano la pipì a letto. L’enuresi notturna potrebbe avere un’origine ereditaria, perciò è probabile che figli di genitori che bagnavano il letto da piccoli facciano altrettanto.

Per alcuni è possibile che l’enuresi notturna sia associata ad una ancora non matura capacità del cervello di riconoscere appropriatamente la quantità di urina presente in vescica, causando così uno svuotamento automatico durante il sonno.

Motivi di origine organica potrebbero essere alla base del problema, come un’infezione delle vie urinarie, il diabete, problemi renali o altri tipi di disturbi.

Per alcuni bambini sembra che il sonno molto profondo giochi il suo ruolo, per cui non riescono a svegliarsi quando la vescica è piena. Ci sono bambini che non hanno ancora maturato in modo completo la loro struttura del sonno.  Questo significa che la capacità di svegliarsi durante le fasi di sonno leggero (detto anche sonno REM) non è ancora adeguatamente sviluppata da indurli a svegliarsi e alzarsi dal letto per andare a fare pipì.

Secondo alcuni studiosi la causa del problema potrebbe essere la ridotta produzione dell’ormone antidiuretico ADH che serve a tenere basso il livello di urina che viene prodotta.

Alcuni specialisti ritengono che eventi stressanti potrebbero interferire nell’apprendimento della capacità di trattenere la pipì (separazione dei genitori, morte di una persona cara, litigi familiari, eccessiva pressione sul bambino per abituarlo al vasino).

La maggior parte dei bambini che fanno la pipì a letto non hanno problemi di natura emotiva o affettiva, tuttavia sembra che l’enuresi notturna sia più comune nei bambini con disturbi psicologici.

Quali sono le conseguenze legate all’enuresi notturna?

Se il bambino fa la pipì a letto non significa che ha un problema emotivo. Può invece diventare un problema emotivo il fatto di fare la pipì a letto. Il più grande rischio legato all’enuresi notturna è che i bambini sviluppino, con il passare del tempo, problemi a livello psicologico associati, per esempio, alla scarsa autostima e all’introversione. Inoltre, specialmente i bambini più grandi, potrebbero vivere situazioni di disagio legate all’eventualità di dormire fuori casa la notte incrementando in questo modo l’ansia, la vergogna e il senso di fallimento.

Cosa fare per risolvere il problema della “pipì a letto”?

La prima cosa da fare, se la questione dura da un po’ di tempo, è portare il bambino dal pediatra per escludere eventuali, seppur rare problematiche di tipo fisico. Sicuramente il pediatra sottoporrà il bambino ad un’accurata visita medica e chiederà un esame completo delle urine. Una volta escluso un problema fisico vale la pena fare qualcosa al più presto, per superare la difficoltà, anche quando alcuni consigliano di non far niente perché il problema «passerà da solo». Attraverso la guida di uno specialista è bene comprendere quale tipo di percorso può essere più adatto per risolvere la questione. Di seguito elenco alcune delle possibili strade:

  • Controllo della vescica. Si tratta di insegnare al bambino a trattenere quantità sempre maggiori di urina nella vescica durante il giorno, al fine di aumentare il controllo sulla capacità di tenere la pipì.
  • Metodo dell’”allarme”. Questo tipo di terapia è basata sull’uso di sensori che rilevano la presenza di umidità nelle lenzuola. Una volta che il sensore avverte il “bagnato” fa scattare un “allarme-sveglia” che potrebbe essere un segnale acustico o una vibrazione. Questo tipo di trattamento serve a svegliare il bambino non appena comincia lo svuotamento della vescica al fine di interrompere la fuoriuscita della pipì e dare in questo modo la possibilità al cervello di apprendere a collegare queste azioni. È bene assicurarsi che il bambino capisca che l’allarme non ha lo scopo di spaventarlo o punirlo, ma semplicemente di aiutarlo nello sforzo che sta compiendo per imparare a trattenersi.
  • Addestramento a mantenere asciutto il letto. Si tratta di stabilire insieme al bambino un programma di ricompense, attraverso premi o punti per tutte le volte che riesce a non fare pipì a letto.
  • Terapia farmacologica. Il pediatra potrebbe prescrivere, per un certo periodo di tempo, un ormone antidiuretico che aiuti il bambino a non fare la pipì a letto. Potrebbe essere una soluzione se nessun altro metodo ha funzionato e il bambino deve affrontare qualche notte fuori casa. Purtroppo quando il bambino smette di prenderlo è alquanto probabile che ricominci a bagnare il letto come faceva prima.

Suggerimenti per aiutare il bambino che fa la pipì a letto

  • Salvaguardare l’autostima del bambino, proteggendo un immagine di sé positiva.
  • Spiegare al bambino cosa sta accadendo, senza allarmarlo, ma anzi aiutandolo a comprendere le ragioni di del perché ciò si verifica. Dirgli che succede anche ad altri bambini può aiutarlo a non sentirsi l’unico. Unitamente possiamo comunicare che lo aiuteremo ad affrontare, accettare e superare la questione.
  • Vale la pena provare a non dare da bere al bambino prima di andare a letto (anche nelle due ore precedenti la nanna, se fosse possibile) e assicurarsi, portandolo al bagno anche un paio di volte prima di dormire, che abbia completamente svuotato la vescica. Attenzione però a non fare troppe pressioni sul bambino.
  • Si potrebbe impostare una sveglia durante la notte per permettergli di andare al bagno e provare a svuotare la vescica.
  • E per i genitori…sarà opportuno imparare a ridurre la propria impazienza rispetto alla questione. Il compito del genitore è quello di sostenere e incoraggiare gli sforzi del bambino con un atteggiamento calmo e rassicurante!!

Cosa non fare?

  • Non punire mai il bambino. La punizione oltre ad umiliare e mortificare il bambino potrebbe portare ad un innalzamento del livello di ansia e del senso di fallimento e conseguentemente ad un aumento degli episodi di enuresi notturna.
  • Non fare pressione sul bambino forzandolo ad andare in bagno innumerevoli volte, per esempio, o parlando continuamente della questione.

 

Bibliografia

Brazelton B.T. (2003). Il bambino da 0 a 3 anni. Milano, Rizzoli

Brazelton B.T. (2003). Il tuo bambino e…il sonno. Milano, Raffaello Cortina Editore

Herbert M. (2001). Cacca addosso e pipì a letto. Salerno, Econimid

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