SUPERARE ANSIA E DEPRESSIONE MIGLIORANDO SE STESSI. I 14 FONDAMENTALI DELLA FELICITA’ (parte prima)

ansia e depressione

 

Chi soffre di ansia e depressione, probabilmente, avrà notato che alcuni aspetti importanti della propria vita risultano compromessi in termini di benessere soggettivo e di qualità di vita.

Il “circolo vizioso” della felicità

Per valutare la propria qualità della vita è necessario chiedersi quale sentimento si prova nei confronti del proprio modo di vivere e se ci si sente soddisfatti di come vanno le cose in generale. Se il sentimento è di gioia e il giudizio è di soddisfazione possiamo parlare di benessere soggettivo, che a sua volta può essere sinonimo di felicità.

A produrre questo benessere concorrono aspetti oggettivi della nostra vita come la salute, la condizione socio-economica, l’educazione, lo stile e l’ambiente di vita. Tali aspetti acquistano valore nella misura in cui vengono percepiti, confrontati e valutati psicologicamente, determinando infine il nostro livello di felicità individuale. Questi sentimenti e giudizi influenzano e condizionano, a loro volta, le nostre condizioni oggettive di vita. A partire da ciò è facile comprendere quanto vissuti di ansia e depressione possano interferire con il raggiungimento del benessere e della felicità e quanto a loro volta benessere e felicità possano essere condizionati da problematiche di ansia e depressione.

Cosa significa essere felici?

Sono molti gli psicologi che oggi si occupano di tematiche quali il benessere e la qualità della vita facendo rientrare questi aspetti nei percorsi di trattamento psicoterapeutico.  Un gruppo di psicologi, il cui lavoro completo è presente nel testo di Goldwurm citato in bibliografia, ha messo a punto un training denominato Subjective Well-Being Training, che personalmente mi capita spesso di utilizzare con le persone che incontro nel mio studio, per migliorare il benessere soggettivo. Gli autori del training sono partiti dagli studi di Fordyce che si occupa di queste tematiche da molti anni muovendo da una prospettiva cognitivo-comportamentale. I suoi studi rivelano che la felicità sembra essere lo scopo principale degli esseri umani: tutti la vogliono e cercano di raggiungerla. La maggior parte delle persone però, nonostante sogni continuamente di essere felice, non comprende appieno la felicità, ma soprattutto non la sa definire.

I 14 fondamentali della felicità

È a partire da queste considerazioni che Fordyce prova a descrivere la persona felice e sperimenta dei corsi per aumentare la felicità delle persone. I 14 fondamentali della felicità riassumono le caratteristiche che rappresentano le persone felici e sono gli aspetti che ognuno può apprendere per migliorare la propria condizione di vita. I fondamentali non sono qualcosa solo da leggere, essi predispongono ad una riflessione e ad un’attuazione pratica. È possibile, infatti migliorarsi e migliorare la propria vita solo attraverso una pratica costante e quotidiana. Credo che questi aspetti siano come piante che appartengono al giardino psicologico di ognuno di noi; se crescono fiorenti e rigogliose sarà più facile scampare o superare vissuti di ansia e depressione. Data l’ampiezza dell’argomento, in questo articolo prenderò in considerazione i primi 7 fondamentali, lasciando la trattazione dei successivi 7 al prossimo articolo.

  1. Essere più attivi e tenersi occupati

Questo fondamentale ci ricorda quanto tenersi attivi consente di migliorare il proprio benessere psicologico. Innumerevoli ricerche ci dicono, infatti, che l’attività fisica allevia la depressione. Il miglioramento del tono dell’umore grazie all’attività non si verifica solo in chi è depresso, ma anche in chi non lo è. Ovviamente non si tratta di collezionare attività, ma di sceglierle in base al coinvolgimento, all’investimento emotivo e fisico e al livello di energia e vitalità che riescono ad innescare. Le attività che producono maggiore felicità rientrano in cinque categorie:

– attività piacevoli : le persone felici sono impegnate in attività che trovano piacevoli, mentre quelle infelici vivono una vita fatta di attività ripetitive, stressanti e povere di piacere. È chiaro che molte persone non hanno un grande margine di scelta, ma sembra che le persone infelici siano intrappolate in abitudini che non vengono messe in discussione.

– attività eccitanti: le attività che contemplano sforzo fisico sembrano essere più coinvolgimenti di quelle sedentarie e tranquille. Sicuramente è una questione personale, ma sembra che il piacere sia più legato al praticare uno sport piuttosto che esserne spettatori, così come partecipare ad una festa invece che guardare la tv.

– attività non abituali, nuove: le esperienze nuove tendono a generare più felicità rispetto a quelle abituali. L’OMS, in occasione della giornata mondiale della salute mentale, ha diffuso alcune linee guida per stare meglio con se stessi e con gli altri. Molte delle indicazioni presenti fanno riferimento proprio al fatto di aprirsi a nuovi apprendimenti. Incontrare una persona nuova, visitare una luogo che non si conosce, provare un nuovo passatempo sono esperienze di grande piacere e perciò fonte di felicità.

– attività sociali: le attività che coinvolgono altre persone producono maggiore felicità di quelle solitarie. I rapporti con gli altri forniscono supporto all’individuo e la possibilità di interagire spesso con le persone.

– attività significative: le persone felici passano più tempo in attività che considerano significative. L’importanza per le attività significative verrà approfondita nel fondamentale 3 “essere produttivi svolgendo attività che abbiano significato”.

  1. Passare più tempo socializzando

L’uomo è un essere sociale che fin dalla sua comparsa sulla terra ha scelto di associarsi in gruppi. La famiglia ne è un esempio. Le ricerche ci dicono che le persone felici passano più tempo con gli altri. Socializzare significa partecipare ad una festa, parlare con un amico e con i colleghi di lavoro, trascorrere del tempo in famiglia, frequentare associazioni o eventi. Le relazioni con gli altri influenzano la nostra vita in modi differenti: più queste sono intime e profonde, maggiore risulta il loro impatto sulla felicità.

  1. Essere produttivi svolgendo attività che abbiano significato

Essere attivi è importante, ma essere produttivi è fondamentale. Il divertimento dell’essere impegnati in attività sociali è sicuramente fonte di grande soddisfazione, ma il piacere che ne deriva è temporaneo. Secondo Fordyce la mancanza di produttività è una delle principali cause di depressione, in quanto è all’origine di profondi sensi di colpa. L’ideale, in tal senso, sarebbe svolgere un lavoro soddisfacente; questo però non sempre è possibile, specialmente nel periodo attuale in cui molte persone, che per anni hanno investito il loro tempo nello studio di una precisa disciplina, si ritrovano a fare fatica a trovare un’occupazione nel settore corrispondente al proprio percorso di studi. In questi casi è importante dedicarsi, nel tempo libero, ad attività che abbiano significato, come il volontariato, per esempio, che dà la possibilità di sviluppare potenzialità e virtù personali.

  1. Organizzarsi meglio e pianificare le cose

Le ricerche sulle persone felici hanno dimostrato che organizzare quotidianamente il proprio lavoro, pianificare le proprie attività, non rimandare compiti importanti da svolgere permette di sentirsi soddisfatti e di raggiungere ogni giorno mete ed obiettivi. Procrastinare genera sensi di colpa inducendo sentimenti depressivi.

  1. Smettere di preoccuparsi

Preoccupazioni e ruminazioni contribuiscono a generare e mantenere vissuti d’ansia e depressione. Ogni giorno, probabilmente, i motivi per cui preoccuparsi non mancano e per qualcuno preoccuparsi aiuta ad anticipare gli eventi e avere in questo modo maggiore possibilità di gestirli adeguatamente. In realtà c’è una differenza tra preoccuparsi e pianificare. La preoccupazione è una previsione negativa di situazioni future e si genera attraverso pensieri, idee e immagini riguardanti il risultato spiacevole che la persona vive con apprensione, ansia e paura. La pianificazione invece aiuta ad anticipare il corso degli eventi per poterli affrontare al meglio. La preoccupazione, a differenza della pianificazione, si traduce in un’attesa ansiosa che non porta l’individuo ad utilizzare le proprie risorse in modo funzionale.

  1. Ridimensionare le proprie aspettative e aspirazioni

Aspettative e aspirazioni sono predizioni che compiamo a breve e a lungo termine rispetto al nostro futuro. Quando le aspettative sono troppo elevate è più difficile che si realizzino e diventano fonte di frustrazione e delusione. Aspettative moderate e realistiche è più probabile che si compiano, invece. Tutto ciò, inevitabilmente, condiziona il nostro umore e il nostro livello di soddisfazione personale. Il perfezionismo è un virus che mina la felicità! Le persone felici conoscono meglio le proprie risorse e i propri limiti e riescono ad ottenere dalla vita ciò che realisticamente possono ottenere.

  1. Sviluppare pensieri ottimistici e positivi

Essere positivi ed ottimisti è il tratto che più caratterizza le persone felici. L’ottimismo è legato al modo in cui ci rappresentiamo gli eventi. Mi piace, a riguardo, riportare il discorso di un mio giovane cliente, sopravvissuto all’esperienza del terremoto del 24 agosto del 2016: “è vero, ho perso i miei nonni e questo mi rattrista molto, sono stato per ore sotto le macerie, ma la mia vita non è peggiorata. Sono cambiate tante cose: mia madre ora si occupa dell’attività che era dei nonni e sta meno tempo a casa con noi. Io però ho imparato molto: so stare da solo, so cucinare un piatto di pasta e mi organizzo autonomamente nei compiti. Questa esperienza mi ha comunque fatto crescere. E dentro di me ho il ricordo delle estati più belle della mia vita”.

 

Proviamo a completare la seguente frase: “Io sarò felice quando…”. Se vi è venuta in mente una situazione futura significa che non vi state impegnando abbastanza per coltivare il vostro giardino del benessere oggi, nel presente. È importante godersi la vita giorno per giorno, facendo della felicità un modo per viaggiare piuttosto che un punto di arrivo!

 

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Bibliografia

  • Fordyce, M.W. (1977), A program to increase happiness: Further studies, Journal of Counseling Psychology, 30:483-498.
  • Goldwurm, G.F., Baruffi, M., & Colombo, F. (2004), Qualità della vita e benessere psicologico. Aspetti comportamentali e cognitivi del vivere felice, McGraw-Hill, Milano.