DISTURBI D’ANSIA. COME RICONOSCERLI E AFFRONTARLI

disturbi d'ansia

 

I disturbi d’ansia sono tra i più diffusi nella popolazione, sia tra gli adulti sia tra i bambini e gli adolescenti. L’ansia non sempre è un’emozione dannosa, anzi possiamo considerarla come una tra le emozioni “fondamentali”, una di quelle che ci salvano la vita. L’ansia è un’emozione che ha una funzione adattiva e difensiva importantissima per la nostra sopravvivenza. Un’ansia sana ci aiuta a prepararci a vivere un evento importante come un esame, un colloquio di lavoro o un appuntamento galante. In questi casi una “giusta dose” di ansia ci tiene attivi e ci consente di dare il massimo. Un’ansia sana ci aiuta a riconoscere quando siamo in una situazione di pericolo (per esempio di fronte ad un precipizio senza protezione o al cospetto di una bestia feroce). In tutte queste occasioni l’ansia ci predispone ad agire in modo adeguato, consentendoci di mettere in campo le risorse e le competenze che ci sono utili per fronteggiare al meglio la condizione in cui ci troviamo.

I disturbi d’ansia e l’ansia “nociva”

L’ansia cessa di essere “sana” quando tende ad essere persistente e soprattutto quando si attiva in momenti in cui non serve. Facciamo un esempio. Carla si sente continuamente preoccupata. Da quando il marito ha sofferto di una grava malattia avverte un senso di apprensione ogni volta che uno dei suoi familiari riferisce che qualcosa non va o anche quando li sente lamentarsi per un po’ di stanchezza. Si preoccupa così tanto che spesso finisce dal medico per farsi rassicurare e tranquillizzare. In questo caso l’ansia di Carla sembra costante e sproporzionata rispetto all’evento temuto. Inoltre appare pervasiva e difficile da controllare. L’ansia e la preoccupazione che sperimenta Carla sembrano attivarsi in momenti sbagliati, quando cioè non esiste un vero e proprio pericolo reale.

Riconoscere i disturbi d’ansia. Le domande da porsi

Per essere sicuri di esserci imbattuti in un ansia malsana, proviamo a leggere le seguenti domande. Chiediamoci se una o più di queste situazioni ci sono familiari.

  • Oltre a lamentare un’ansia eccessiva, ti ritrovi a chiedere di frequente aiuto riferendo paure specifiche e ricorrenti che riconosci come irrazionali e intrusive?
  • Ti capita spesso di avere paura di morire, temere un collasso fisico o sentirti seriamente in pericolo quando avverti sopraggiungere un’ansia molto forte?
  • Sei costantemente preoccupato di essere giudicato negativamente dagli altri?
  • Hai molta paura che possa accadere qualcosa di brutto a te o ai tuoi cari?
  • Immagini di poter vivere seri danni, che in realtà tu stesso riconosci come poco probabili, quando ti esponi ad alcune situazioni?
  • Un ricordo legato ad una vicenda vissuta traumaticamente sembra non volerti più lasciare?
  • Di fronte ad animali, sangue, iniezioni, ferite, mezzi pubblici, ascensori, elementi o situazioni specifiche dell’ambiente naturale avverti una forte ansia e paura che fai molta fatica a controllare e gestire?
  • Provi un consistente timore quando ti trovi in situazioni sociali in cui ti è, per esempio, richiesto di parlare, leggere o scrivere?
  • Iniziare o mantenere una conversazione, specie in alcune circostanze, ti crea un profondo disagio?
  • Eviti di esporti ad una serie di situazioni che consideri fonte di ansia e disagio, sentendoti limitato in quello che fai?
  • In numerose situazioni di vita ti senti eccessivamente preoccupato e ansioso tanto da sperimentare disagi fisici come mal di testa, mal di stomaco, disturbi del sonno, ecc.?
  • Ti accade di sentirti travolto da improvvisi e inaspettati episodi di intensa paura o terrore, avvertendo palpitazioni, sudorazione, agitazione, tremore, dolore al petto, nausea, sensazione di instabilità e sbandamento, paura di impazzire e/o di perdere il controllo, ecc.?
  • Ti senti in ansia quando ti trovi in un luogo o situazione dalle quale risulta difficile o imbarazzante allontanarsi o nelle quali l’aiuto non è immediatamente disponibile?
  • Temi di uscire di casa da solo, di trovarti in mezzo alla folla o in coda, di viaggiare con i mezzi pubblici?
  • Vivi con un forte disagio la lontananza da luoghi o persone familiari?
  • Gli spazi aperti e/o i luoghi “costrittivi” ti fanno paura?

 

Se riconosci di vivere una o più di queste situazioni è possibile che l’ansia che sperimenti non sia adattiva, ma bensì disfunzionale e fortemente limitante.

Cosa fare se si pensa di soffrire di un disturbo d’ansia?

Ebbene, se ti sembra di trovarti di fronte ad un problema d’ansia, prova a seguire i seguenti suggerimenti:

  1. Accetta di avere un problema da affrontare

Accettare, non significa rassegnarsi! Accettare vuol dire prendere atto che il momento che stai vivendo è sicuramente duro e difficile, ma arrabbiarsi per tentare di scacciarlo non è la soluzione e tantomeno evitare di ritrovarsi in situazioni che possano elicitare la tua ansia. Siamo esseri umani, possiamo cadere e farci male, ma siamo anche capaci di rialzarci. Accettare di trovarsi in difficoltà e andare avanti mettendocela tutta per risolverla è la vera “forza”!

  1. Metti la vergogna sotto i piedi

Come premesso i disturbi d’ansia sono quelli più diffusi tra la popolazione. Perciò non sarà improbabile che tra le persone che frequenti qualcuno soffra o abbia sofferto di questa problematica. Il punto è che spesso ci si vergogna a parlare della propria ansia, così un certo vissuto personale rimane celato e nascosto. Non è sicuramente semplice aprirsi e parlare delle proprie difficoltà, ma a volte confrontarsi aiuta a non sentirsi gli unici e magari anche ad avere qualche buon consiglio! Mi capita spesso, nel mio lavoro, di ricevere chiamate da amici o conoscenti di persone che ho seguito. Le persone che ci sono vicine sono un’importante risorsa! Non chiudersi come un riccio per paura di essere giudicati o per la vergogna di quello che si vive non aiuta l’ansia a dissiparsi. Prova a porti questa domanda: se il mio migliore amico mi confidasse di sentirsi in ansia in alcune situazioni, cosa penserei di lui?

  1. Chiedi aiuto ad uno specialista se i tentativi di risolvere da solo il problema non hanno funzionato

La decisione di chiedere aiuto ad un terapeuta scaturisce quando da soli non siamo riusciti ad ottenere grandi risultati o addirittura quando ci siamo accorti che le soluzioni messe in atto hanno peggiorato il problema. A questo punto può valere la pena rivolgersi ad un professionista esperto nella valutazione e nel trattamento dei disturbi d’ansia.

Decidere di lavorare con un Terapeuta Cognitivo Comportamentale significa affidarsi ad un esperto qualificato nella cura dei disturbi d’ansia.

La Terapia Cognitivo Comportamentale (TCC) ha guadagnato molta popolarità grazie alle ricerche che ne hanno dimostrato l’efficacia rispetto alla risoluzione della maggior parte dei problemi psicologici, in particolare dei disturbi d’ansia. Oggi si può accedere ad un Trattamento Cognitivo Comportamentale attraverso i libri, internet , gruppi di terapie e sedute singole.

La Terapia Cognitivo Comportamentale utilizza un approccio pratico e attivo aiutando le persone a sviluppare abilità che servono ad essere terapeuti di se stessi. Questo tipo di terapia si focalizza sul presente e il riferimento alle esperienze passate serve a capire insieme al terapeuta come si sono sviluppate specifiche credenze e modi di comportarsi. I compiti da svolgere a casa sono molto importanti per la riuscita della terapia!

La Terapia Cognitivo Comportamentale per i disturbi d’ansia. I passi principali

I passi che ti presento fanno parte di un protocollo validato e risultato di grande efficacia nel trattamento dei disturbi d’ansia.

  • Conoscere e comprendere l’ansia. In questa prima fase si apprendono tutte le informazioni necessarie riguardo il funzionamento dell’ansia. Si definisce qual è il problema emotivo su cui lavorare provando anche a misurarlo.
  • Formulare gli obiettivi di lavoro.  Mettere nero su bianco i propri obiettivi insieme al terapeuta aiuta a definire i traguardi del lavoro, specificando dove si vuole arrivare a breve, a medio e a lungo termine. Questo serve a verificare l’andamento del percorso e a capire quando siamo arrivati a destinazione.
  • Imparare a gestire l’ansia. Si tratta di apprendere e fare propri alcuni strumenti molto utili ed efficaci per gestire e contenere l’ansia, tra cui per esempio tecniche di respirazione e di rilassamento.
  • Riconoscere i propri pensieri disfunzionali. Grazie ad alcuni pratici strumenti a disposizione della Terapia Cognitivo Comportamentale si impara ad osservare, valutare e correggere modi di pensare disfunzionali e dannosi. Con questo lavoro è possibile sapere quali sono i pensieri che si attivano in momenti sbagliati e in che modo non sono d’aiuto ad affrontare le situazioni.
  • Affrontare le situazioni temute ed evitateDurante il percorso è possibile esporsi alle situazioni temute ed evitate, da soli, in compagnia del terapeuta o di alcune persone di fiducia attraverso procedure validate molto efficaci. Evitare, oltre ad impedirti di vivere una molteplicità di situazioni limitando in questo modo la tua vita, mina la sicurezza in te stesso e l’idea di potercela fare. Continuando ad evitare potrebbero aumentare le situazioni temute impedendoti in questo modo di affrontare e superare le paure.

 

Se vuoi saperne di più contattami compilando il modulo qui sotto! Risponderò con piacere alle tue domande.

Il tuo nome (richiesto)

La tua email (richiesto)

Oggetto

Il tuo messaggio